TRE NUOVI ARBITRI BENEMERITI
Osservatori arbitri con la divisa nascosta
Ogni weekend un arbitro scende su di un campo che sia l’Olimpico o l’ultimo della provincia per dirigere una gara fiero ed orgoglioso della divisa che porta.
Che sia nel fango o con 40 gradi insegue passo dopo passo il sogno o, semplicemente, se il treno è già passato vive la sua passione senza ambizione.
“Chi te lo fa fare?”, “Ma vai a casa che fai meglio” o cose molto peggiori sono le classiche frasi che vengono rivolte ai fischietti.
Poi un giorno abbastanza caldo di fine maggio, la designazione arriva non solo sul portale ma accompagnata da una telefonata.
Di quei giorni questa cosa può significare solo big match o per alcune categorie un play off o play out.
Contento rispondi.
Nella tua testa il calendario è fermo a maggio 2000 ed hai 20 anni ma per il sistema oramai gli anni sono passati.
Dall’altro capo del telefono ti comunicano che quella sarà l’ultima gara della tua carriera.
Ed ora cosa succede?
L’Aia non abbandona e permette di vivere quella passione anche sugli spalti e trasforma gli ex arbitri in osservatori.
Ti fa diventare prima uno zio e poi un nonno per quei giovani arbitri che una volta erano come te.
E l’osservatore forse è ancora più folle del giovane arbitro perché non ha più una divisa(addosso), rimborsi minimi e probabilmente mille altri problemi per la testa.
Carta, penna e ombrello ma si va comunque su quegli spalti che siano di cemento o di lamiera dove le sedute non hanno una temperatura intermedia, o sono gelidi o bollenti come braci e spesso senza una copertura.
E no, non è finita qui.
“Commissá tanto ti abbiamo visto” “Arbitro mannaggia a te e chi ti ci manda”.
Si anche l’osservatore prenderà insulti ma non scappa, anzi, resterà lì a proteggere l’arbitro.
Poi spesso e volentieri qualche maledizione la prenderà anche dall’arbitro stesso…
Giusto per non farsi mancare nulla.
L’osservatore è come quel professore che non si sopporta, con il quale non ci si prende mai e ti mette 4 ogni volta.
Quanti ne abbiamo incontrati e quanti ne abbiamo maledetti.
Ma poi a distanza di mesi, o anni, il suo ricordo è ancora lì nella testa vivo che fa scappare una risata e fa dire “caspita aveva ragione quel pomeriggio a Rampigna”.
Per gli osservatori poche possono essere le soddisfazioni di carriera una di queste è ricevere la Benemerenza da parte dell’AIA.
Un riconoscimento alla carriera svolta fino a quel momento.
Durante il Comitato Nazionale del 25 aprile la Sezione di Pescara ha ricevuto tre nuove nomine ad Arbitri Benemeriti.
I “premiati” sono il Presidente Francesco “Il Pres” Di Censo, il Vice Presidente Mario Pavoncelli e Domenico “Mimmo” Battaglia.
Tutti e tre sono stati raggiunti telefonicamente per un pensiero su questo traguardo.
Prima di leggere le loro emozioni bisogna fare un breve excursus dei neo benemeriti

Francesco “Il Pres” Di Censo, classe 1974 è arbitro dal 1990.
Dopo diversi anni passati come arbitro in Eccellenza passa al ruolo degli AA e nel 2003 transita in Can D fino alla dismissione nel 2007.
A giugno 2008 viene eletto Presidente e ricopre ancora questa carica che ha interrotto nel luglio del 2014 per andare come componente al Cra Abruzzo fino ad aprile 2015.
Nel 2016 è stato rieletto alla guida della sezione.
Il suo commento: “Nel 30° anno di appartenenza all’Associazione, ho ricevuto dal Comitato Nazionale dell’AIA la nomina di Arbitro Benemerito. E questo è un fatto. Ma il fatto sarebbe fine a se stesso e privo di emozione se lo considerassi nell’egoismo di me stesso.
Il vero fatto da considerare è che questa nomina va condivisa con tutti coloro che l’hanno resa possibile. Nella condivisione emozionale degli sguardi, degli abbracci, delle idee realizzate con fatica ed entusiasmo, siete diventati motivo di azione e quindi carburante per progredire con potenza verso un Futuro divenuto Storia concreta ed Esperienza su cui poggiare!
Se considerassi questo riconoscimento solo mio, non avrebbe alcun senso, sarebbe zero, considerato nella nostra relazionalità sociale, sportiva, amicale, assume significato, senso e sostanza, diventando tutto!”

Mario Pavoncelli, classe 1955, è arbitro dal 1988.
Dopo essere stato uno dei precursori del futsal pescarese nel 1999 diventa OA per transitare nell’organico can 5 nel 2001 fino alla dismissione nel 2009.
Dopo la dismissione ha ricoperto svariati incarichi come OT sia a livello provinciale che regionale.
Nel 2016 è stato delegato sezionale per l’elezione del Presidente Nazionale.
Il suo commento alla benemerenza: “Sono contento per l’importante riconoscimento che mi gratifica e che da ulteriore lustro alla Sezione di Pescara. È un traguardo che ho potuto raggiungere anche grazie all’importante sostegno e contributo di tutti i colleghi della sezione di Pescara.”

Domenico “Mimmo” Battaglia, classe 1942 diventa arbitro nel 1968.
Dopo aver arbitrato nelle categorie provinciali nel 1990 diventa osservatore.
In questi anni oltre ad aver collaborato con la sezione ha seguito con passione e dedizione la crescita di tantissimi giovani arbitri.
Il suo commento alla benemerenza: “È stato bellissimo ed emozionante ricevere questa onorificenza che, sinceramente, non mi aspettavo. Ho sempre amato il pallone: sono partito da semplice giocatore per poi innamorarmi del ruolo arbitrale e in seguito di quello dell’osservatore. Mi auguro che sempre più ragazzi entrino in questo meraviglioso mondo: personalmente, ho imparato a seguire le regole, ad avere “tanta pazienza”, a migliorarmi sia in campo che nella vita di tutti i giorni. Ma soprattutto ho avuto modo di conoscere tante persone e farmi tanti amici. Ragazzi, non abbiate timore: crescerete in una seconda famiglia e allargherete i vostri orizzonti. Grazie di cuore a tutti.”
A Francesco, Mario e Mimmo vanno le più grandi congratulazioni per questo traguardo raggiunto.
A tutti gli osservatori un enorme grazie per tutto quello che fanno.
2 Comments
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Colgo l’occasione per congratularmi e farVi gli Auguri per l’ambito traguardo raggiunto.
Congratulazione , quando si raggiunge un traguardo ambito non ci si chiede mai . ma come ho fatto ? sono arrivato ? No, ci si interroga se posso ancora essere utile alla causa ed in che modo.